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Daniela Papadia | La Tavola dell'Alleanza

a cura di Sveva Manfredi Zavagia

 

12 giugno 2014 | Casa Circondariale di Rebibbia

 

La tavola dell’alleanza è una performance ideata dall’artista palermitana Daniela Papadia, che abbraccia arte, scienza, multiculturalità e spiritualità.

Al centro della scena, una tavola coperta da un arazzo, su cui è ricamata la mappatura del genoma umano e che ospita 36 personalità del mondo scientifico e culturale internazionale, impegnate a dialogare intorno ad un banchetto.

L’arazzo è stato ricamato da un gruppo di sei donne di diversa nazionalità, detenute all’interno del carcere di Rebibbia, a testimonianza di una partecipazione ai lavori dal valore fortemente simbolico e solidale. Il ricamo è un’arte antichissima, la metafora dei fili e della tessitura è stata utilizzata in tutte le tradizioni dei vari popoli della terra. Il filo è l’immagine della vita stessa e del destino al quale siamo tutti invisibilmente legati.

Altro protagonista fondamentale della performance è il banchetto, che nelle intenzioni dell’artista Daniela Papadia, diventa un momento di rivelazione non velata dell’uomo, essere di comunione, convivialità e fratellanza. Il banchetto diventa perciò la celebrazione della vita, del dialogo e della pace, con ospiti che avranno libertà di azione ed espressione e ai quali verrà chiesto di identificare una parola per loro rappresentativa e irrinunciabile. Il risultato di questa riflessione verrà successivamente ricamato dalle stesse detenute.

La performance è itinerante e prevede varie tappe in luoghi simbolici ancora in via di definizione. Preferibilmente là dove il dialogo tra gli uomini si è per qualche motivo interrotto, diventando così un viaggio che attraversa paesi e fa incontrare persone che si alleano per tessere nuove trame e visioni.

La prima tappa della rappresentazione sarà il 12 giugno a Roma, dalle 19.30 alle 21.30, all’interno della Casa Circondariale di Rebibbia con il coinvolgimento, tra gli altri, delle detenute che hanno contribuito alla realizzazione dell’arazzo.

Impegnata ai fornelli ci sarà la chef Cristina Bowerman della Glass Hostaria di Roma, stella Michelin nel 2010, che con il suo talento coordinerà un gruppo di detenuti nella realizzazione dei piatti. La Bowerman ha aderito con entusiasmo e generosità all’iniziativa, una decisione frutto della sua personalità sensibile e unica nel panorama dei grandi chef italiani.

Per Daniela Papadia combinare il testo del genoma con il piano simbolico del nutrimento e le suggestioni delle varie tradizioni e culture, significa porre in un dialogo profondo arte, scienza e temi civili. La mappa del genoma, nella sua complessa elaborazione, ci mostra gli elementi comuni che appartengono all’umanità intera. Il genoma è diverso tra gli individui solo dell’uno per mille. Ogni persona è dunque unica, ma allo stesso tempo simile, e si differenzia per la propria sequenza del DNA, che è irripetibile. Il paradosso del linguaggio del genoma è proprio questo: uguaglianza e differenza.

In questo viaggio al centro dell’uomo, l’artista Daniela Papadia, si avvale dell’aiuto e del contributo scientifico del Dott. Gianni Soldati, responsabile della ricerca presso la Fondazione Cellule Staminali Svizzera e fondatore del Laboratorio di Diagnostica Molecolare di Lugano, Svizzera.

La performance sarà oggetto di riprese video, finalizzate alla creazione di un documentario a cura del regista Francesco Miccichè, e del reportage fotografico realizzato da Carlo Bevilacqua.

Il progetto è curato da Sveva Manfredi Zavaglia ed è sostenuto dalla galleria Anna Marra Contemporanea. 

 

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