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Licia Galizia | Flussi

a cura di Isabella Indolfi

 

18 aprile - 26 maggio 2018

Anna Marra Contemporanea è lieta di presentare FLUSSI, mostra personale di Licia Galizia che inaugura mercoledì 18 aprile 2018, e che vede per la prima volta la galleria esplorare il linguaggio dell’arte digitale. Gli spazi saranno inondati da un’arte liquida, fatta di intrecci disciplinari, dimensioni percettive e curve sinusoidali.

 

Licia Galizia, artista abruzzese che dagli inizi degli anni ’90 si muove tra la forma e la materia con abile manualità e senso dell’equilibrio, affonda la sua ricerca nell’arte concettuale e nell’arte povera, ma è dall’incontro con i compositori Michelangelo Lupone e Laura Bianchini che acquista una nuova dimensione di dialogo con lo spazio e il pubblico. Mediante la realizzazione di opere adattive scultoreo-musicali infatti, Licia Galizia integra le forme plastiche alla musica, grazie a una tecnologia sonora denominata “Planofoni” ®, realizzata dal CRM Centro Ricerche Musicali di Roma, che permette al visitatore di interagire con l’opera e produrre molteplici variazioni musicali in base agli input tattili.

 

In mostra installazioni ambientali e sculture di medie dimensioni, che danno forma a un progetto espositivo site-specific che racconta, con un ritmo fatto di movimenti e pause, una storia ideale sulle infinite forme visive e sonore dell’acqua.

Il visitatore è accolto da una grande installazione interattiva musicale dal titolo Mare oscuro, che interpreta l’aspetto più cupo e tragico del Mar Mediterraneo. Uomini, donne e bambini fuggono ogni giorno da povertà, conflitti e violenza, rischiando la vita nel tentativo di raggiungere via mare l'Europa. Questa speranza di un futuro migliore troppo spesso naufraga in conseguenze disastrose, che Licia Galizia racconta con migliaia di lastre che affiorano, si sovrappongono e sempre più si innalzano dal fondo, da basse e taglienti, si fanno sempre più ampie, lunghe e sporgenti fino a cadere a terra, per “inondare” la sala e costringere il pubblico ad un percorso disagevole e forzato.

La piccola scultura a parete Fonte gialla si ispira invece all’estrema, aspra e desolata area vulcanica che identifica la città di Dallol in Etiopia, una delle zone più calde e inospitali della Terra. Qui è presente un’unica fonte di vita solo apparente: una strana e suggestiva fontana gialla nel lago, provocata dai gas sprigionati dal sottosuolo che rendono l’acqua tossica, ma allo stesso tempo affascinante.

Le installazioni Acqua e Diluvio segnano un graduale percorso di chiarificazione della materia, di sublimazione della purezza, fino a giungere a Fontanile, l’opera che conclude il percorso della mostra con un messaggio ottimistico.

 

Le sculture e la musica elettronica vivono in perfetta simbiosi integrando forme, suoni e nuove tecnologie in un unico corpo scultoreo, ibrido, sensibile e complesso, in grado di rispondere agli stimoli esterni, siano essi il calore del sole o le vibrazioni di una mano che ne sfiora la superficie. E come organismi, le macchine più evolute, queste opere imparano e memorizzano, così che le loro risposte all’interazione siano imprevedibili e sempre diverse.

 

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