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Ipapo Ipapo

Admire Kamudzengerere

a cura di Alessandra Olivi

opening mercoledì 28 aprile 2021 | Bubble'n'Squeak, Brussels

ore 17.00 - 20.30

 

fino al 29 maggio 2021

Galleria Anna Marra è lieta di di presentare la mostra personale di Admire Kamudzengerere, Ipapo Ipapo, curata da Alessandra Olivi, presso Bubble’n’Squeak a Brussels.
Bubble’n’Squeak è un nuovo spazio curatoriale, che riunisce le ricerche di arte contemporanea più innovative provenienti da tutto il mondo, valorizzando ed espandendo il focus delle tre gallerie coinvolte: Galleria Anna Marra, Gallery Nosco e Montoro12 Gallery.

La mostra personale di Admire Kamudzengerere, dal titolo Ipapo Ipapo, trae ispirazione dal suo interesse per le inquietudini psicologiche e le lotte politiche, e dal suo impegno nel raccontare simultaneamente vicissitudini individuali e storie della collettività e del paese intero. Letteralmente, Ipapo Ipapo si traduce dalla lingua locale Shona come "qui, qui" o "adesso, adesso", e può essere considerato gergo urbano usato dai giovani per indicare l’attività frenetica quotidiana degli abitanti dello Zimbabwe per riuscire a mettere in tavola ogni singolo pasto. Questa strategia di sopravvivenza quotidiana non è nuova per la maggior parte degli abitanti locali, i quali da tempo fanno affidamento su un'economia informale di mercati di strada, dove comprano e vendono per sbarcare il lunario.

Confinato nel suo studio, Kamudzengerere ha assistito in prima persona all'effetto delle restrizioni governative e della repressione della polizia sulla vita della sua gente, che si dimena continuamente tra la minaccia del Covid o il rischio di essere arrestata, la paura della fame e di non essere in grado di provvedere alle necessità delle proprie famiglie.

Ipapo Ipapo tratta delle vite di eroi ordinari che devono fare cose straordinarie per guadagnarsi da vivere; parla di povertà, disoccupazione e delle sfide dello Zimbabwe di oggi, ma anche di resilienza, spirito di iniziativa e opportunità.

La mostra rispecchia la pratica artistica multidisciplinare di Kamudzengerere, che spazia da tecniche di stampa e incisione – tra cui monotipazione, serigrafia e litografia – a pittura, scultura, performance e video.
Per lo più prodotte durante la pandemia e il lockdown in Zimbabwe, le opere – caratterizzate da una sorprendente stratificazione di segni ed effetti cromatici – sono testimonianza della ricerca dell’artista di tracce di umanità all'interno dell'attuale modo di sopravvivere, di connessione all'interno dell’isolamento imposto.

La serie di autoritratti maschili esposti, allo stesso tempo crudi e commoventi, è stata concepita durante i due anni di residenza dell'artista presso la prestigiosa Rijksakademie di Amsterdam dal 2012 al 2014. Durante la sua assenza dallo Zimbabwe, suo padre scomparve tragicamente e Kamudzengerere non possedeva i mezzi economici per poter tornare a casa, vederlo un'ultima volta e seppellirlo. Così ha iniziato a fissarsi allo specchio per ore, cercando di ritrovare i lineamenti del padre nel suo viso, e di immortalare queste tracce di memoria in disegni rapidi e toccanti.

Nella performance Two Sides of Us, realizzata in collaborazione con Rachel Monosov (nata nel 1987 in Russia), i due artisti si guardano per ore, osservando e cercando di ricreare ogni dettaglio dei tratti del viso e degli attributi fisici dell'altro. Tentano di avvicinarsi il più possibile alle sembianze dell’altro ma, non essendo scultori esperti, accumulano frustrazione per l’identità che cercano di imporsi a vicenda, e che gli altri proiettano su di loro.

Una moltitudine di volti in scala ridotta e dai colori intensi, creati utilizzando la tecnica della monotipazione su pagine di vecchi elenchi telefonici di Harare, figurano in Eligible e Double Entry. Queste opere illustrano magnificamente l'interesse dell'artista per i materiali locali di recupero, che spesso contengono già dentro di sè l’opera, allo scopo di raccontare contemporaneamente vicissitudini individuali e storie della collettività e della nazione.

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