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Maria Elisabetta Novello, Christoph Weber | FRAGILE earth and sky, handle with care

a cura di Giorgia Gastaldon

 

27 marzo - 25 maggio 2019

Galleria Anna Marra è lieta di presentare nel proprio spazio espositivo la doppia personale di Maria Elisabetta Novello e Christoph Weber, che mette in dialogo due artisti non soliti lavorare materiali scultorei tradizionali: scelta questa che induce inevitabilmente il pubblico a porsi domande davanti alle opere che si ritrova a osservare.

 

Il titolo di questa mostra prende a prestito la raccomandazione di “maneggiare con cura” materiali “fragili”, alludendo ai paradigmi del cielo e della terra, coordinate spaziali e temporali entro le quali si muove la nostra esistenza: certezze di un sistema che, sempre più spesso, mostra segni di cedimento strutturale.

Il vocabolo “fragile” indica, infatti, la tendenza di alcuni materiali a rompersi di netto, senza possibilità di deformarsi o piegarsi e con questo termine, per estensione e analogia, si è soliti descrivere anche persone, situazioni, interi ecosistemi e società. In questo contesto il concetto di fragilità è, ad oggi, argomento ricorrente: situazioni di crisi, rottura, collasso, frammentazione sono all’ordine del giorno, legate di volta in volta a contesti di precarietà ambientale, debolezza delle strutture politiche attuali, conflitti culturali. 

 

L’immagine della frattura nel cemento e del collasso di strutture armate è, da sempre, il leitmotiv della ricerca di Christoph Weber. In questa mostra le sue opere sono spunto di riflessione non solo formale: le sue strutture e masse di calcestruzzo fessurato, crepato, collassato sono metafora delle “fragilità” strutturali e culturali della nostra società. I suoi lavori in cemento – che in questa mostra rappresentano il terreno artificiale su cui poggiano i nostri passi – finiscono così per smascherare, inevitabilmente, la nostra incrollabile fede nell’infinita resistenza delle moderne tecniche costruttive.

 

Contraria ma complementare è la ricerca di Maria Elisabetta Novello che sviluppa, con le sue opere, un’operazione di segno opposto quando lavora il suo materiale d’elezione – l’impalpabile cenere – in strutture e blocchi che si presentano come solidi, durevoli, resistenti e scultorei, salvo poi sbriciolarsi al primo soffio d’aria. L’ambiguità dei materiali adottati è d’altronde il principio che ordina le opere di quest’artista italiana, la cui ricerca intende rappresentare la coordinata celeste che interfaccia quella più “terrena” dello scultore austriaco. La fuliggine compressa si fa così documentazione della sconfinatezza e imponderabilità dell’universo astrale, mentre pesanti mappe celesti in piombo contraddicono la leggerezza con cui di norma si immagina il cielo. 

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